Dopo molti anni sembra che in Trentino si stia giungendo a risolvere quella che chiamo una "vergogna" politica dei nostri ultimi 25 anni. Parliamo della responsabile chiusura del Ciclo Integrato dei Rifiuti o RSU. L'Europa, sin dalla metà degli Anni '90, ci ha raccomandato di non portare più in discarica alcun rifiuto. La Direttiva 98 del 2008 è una sorta di ultimatum. Ma in Italia amiamo irresponsabilmente le proroghe se non le moratorie. E in Trentino? Purtroppo anche!I vicini cugini dell'Alto Adige Sudtirol già dal 2013 si sono muniti di un valido termovalorizzatore che brucia ogni anno fino a 130 mila tonnellate di rifiuti residui, chiudendo virtuosamente lo smaltimento finale di ogni tipologia di rifiuto.In Trentino abbiamo perso decenni in non decisione. Abbiamo addirittura colmato oltre ogni limite la discarica di Ischia Podetti a Trento nord, che dista a poche decine di metri dal fiume Adige(!). Per non parlare della discarica ai Lavini di Marco, un'enorme offesa alla bellezza ambientale del parco omonimo(!). Abbiamo preferito continuare in silenzio a mettere la polvere sotto il tappeto. Qui le colpe sono equamente divise tra centrosinistra e centrodestra. Non lo dico per comodo qualunquismo o irritante inconcludente populismo, ma è la verità.Ora, in prossimità delle elezioni provinciali di ottobre, l'attuale governo della Provincia Autonoma di Trento annuncia di aver preso una decisione. Ma non dice con quale tecnologia verranno trattate le circa 75 mila tonnellate di rifiuto residuo provinciale, dove sarà ubicato il necessario impianto e in che tempi entrerà in funzione. E sì che sono molti anni che se ne discute in ogni sede istituzionale e politica(!).Sul tema la scienza e la tecnologia ci danno oggigiorno una grossa mano, anche in ordine alla salvaguardia del nostro prezioso magnifico ambiente. Gassificatore, con produzione di utile energia e idrogeno, o termovalorizzatore con produzione di energia elettrica, di vapore e di acqua calda per alimentare una possibile sicura rete di teleriscaldamento.Il partito di Azione in Trentino ha studiato e ragionato molto in questi mesi su questa importante questione. Ha indicato con responsabilità e con chiarezza nel proprio programma le possibili soluzioni da adottarsi con la massima urgenza.
È più che mai decisa nel condurre la coalizione di centrosinistra ad una proposta unitaria e più che mai urgente. Sono da sempre più che certo che i trentini sono mediamente persone capaci e responsabili e, in quanto tali, sono per una politica concreta, responsabile, decisionista e, quindi, credibile.Siamo ben oltre il tempo massimo. L'Autonomia Speciale ci impone di decidere, "pensando alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni", come ci direbbe Alcide Degasperi.Il Trentino deve su questo tema recuperare il tempo e il terreno perduti. Con avvedutezza, determinazione e con grande senso di responsabilità verso la propria comunità e quelle vicine e lontane. La Politica, quella con la P maiuscola, deve tornare protagonista, senza se e senza ma.Il gassificatore o il termovalorizzatore necessario non può non trovare ubicazione che sull'asta dell'Adige, area baricentrica rispetto a tutto il Trentino. Doverosamente a Trento o a Rovereto. Il territorio scelto avrà necessariamente il giusto ristoro. Su chi dovrà gestire l'impianto non ho personalmente dubbi: per capacità professionali, per garanzie finanziarie e patrimoniali, per dimensioni aziendali dico senza alcuna esitazione che spetta al Gruppo Dolomiti Energia costruire e gestire l'impianto finale del Ciclo Integrato dei Rifiuti in Trentino. E lo stesso Gruppo industriale, a larga maggioranza pubblica del proprio capitale sociale, dovrà essere anche l'unico soggetto d'impresa preposto alla gestione del suddetto ciclo dei RSU per l'intera Provincia di Trento.I trentini capiscono e sanno valutare al meglio. Ne sono più che certo. È una questione etica, ancor prima che politica.Paolo Farinati -
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