La tematica del Fondo ODI (Fondo per i Comuni Confinanti) ritornata nel dibattito politico grazie a un intervento fatto dal sindaco azionista di Lavarone Isacco Corradi il quale, in vena provocatoria, si domandava se non fosse il caso di indire un referendum per essere annessi al Veneto.
Questa provocazione nasce dal fatto che a partire dal 2014 il Fondo ODI si è modificato andando a riversare sui comuni confinanti di Veneto e Lombardia una somma forfettaria cadauno di 500.000 euro diventando sempre più marginali le finalità di utilizzo del finanziamento. Oggi si è infatti completamente smarrita la missione di stimolo alla collaborazione per lo sviluppo territoriale congiunto che il fondo aveva alla sua nascita e che rispecchiava la visione gli allora Governatori Giancarlo Galan e Lorenzo Dellai. Quest’ultimo, presente come relatore e memoria storica del fondo, ha voluto portare come simbolo dell’iniziativa la ciclovia del Garda, un progetto che rappresentava perfettamente lo spirito del Fondo che è riuscito a mettere in relazione tutte e tre le regioni coinvolte creando valore e indotto per l’intera area.
L'incontro ha consentito a numerosi sindaci veneti, trentini e lombardi di portare le proprie testimonianze senza preoccuparsi dell’appartenenza partitica e ponendo così l’attenzione sulle criticità oggi esistenti.
“E’ necessario proteggere questi fondi - ha sostenuto Lorenzo Maccagnan (Sindaco di Lamon) - perché componente fondamentale dello sviluppo del nostro territorio e integrazione necessaria a quanto viene contributo dalla regione, purtroppo sempre in calo”. In totale franchezza Roberto Carotta (sindaco di Pedemonte), ad esempio, enfatizza il fatto di come oggi, nel suo comune di 600 anime e 7 km di strade, abbia difficoltà a spendere i 500.000 euro del fondo e con spirito responsabile si chiede se non sia il caso di trovare nuovi modi di ridistribuzione più coerente.
“Il rischio reale infatti - sostiene Massimiliano Mazzarella del direttivo di Azione - è quello per cui se non si riporta l’attenzione sul corretto utilizzo del fondo, questo possa essere cancellato dal governo centrale. Il vantaggio per il Trentino oggi è minimale proprio perché non si è voluto controllare e governare i processi che avrebbero dovuto portare alla realizzazione di progettualità traversali a tutti i comuni di confine, compresi quelli Trentini. La nostra Provincia non può lavarsene e deve tornare ad occuparsene concretamente”.
L’evento è servito anche per avanzare una proposta concreta propria dello spirito di Azione: creare una Conferenza dei Comuni interessati dal Fondo per strutturare un nuovo protocollo d’intesa in grado di dare un indirizzo nuovamente orientato alla crescita collaborativa dei territori di confine coinvolgendo però maggiormente nelle scelte anche i comuni trentini. Solo in questo modo il Fondo potrebbe non essere più visto come un privilegio ingiustificato che crea antagonismo tra territori limitrofi. Trentino in Azione quindi, per tramite del Sindaco di Lavarone Isacco Corradi, si impegnerà a incentivare questo percorso facendosi promotore del confronto e contattando tutti i comuni coinvolgibili.
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